sabato 5 marzo 2011


4. Il sistema spazio-temporale

Il raggiungimento delle categorie di spazio e tempo secondo Money-Kirle.
Egli ritiene che nasciamo con una predisposizione a orientarci nei confronti della realtà e in ‘’Cognitive Development’’, si occupa dell’orientamento spaziale che ci guida verso una base.
La posizione di Money-Kirle è ben caratterizzata dal fatto che egli chiama base non qualcosa della persona, ma concretamente, l’oggetto. Psicologicamente, l’oggetto è l’origine delle coordinate cartesiane alla quale il soggetto ricorre sempre per orientarsi. La base dalla quale derivano tutte le altre è il primo oggetto che si delinea nella confusione sensoriale del neonato, cioè il seno, o, più specificamente, il capezzolo.
Lo sviluppo del sistema a partire dalla base è, come si comprende, dal seno alla madre, poi ai due genitori (complesso di Edipo), fratelli e famiglia, società.
L’orientamento verso la buona base si può perdere in varie maniere. A volte il bambino si identifica proiettivamente in modo totale per invidia o per cercare protezione di fronte al pericolo. In questi casi la confusione di identità e il processo può diventare cronico e molto sintonico se le circostanze della vita e le attitudini del soggetto lo permettono. In un lavoro precedente, Money-Kirle (1965) attribuì a questo meccanismo la megalomania e sostenne che l’uomo cominciò a usare gli indumenti per realizzare l’identificazione proiettiva con il suo animale totemico, cioè con i genitori. In un saggio del 1983, Jorge Ahumada sostiene che è importante scoprire nel materiale del paziente se l’analista è riconosciuto come base, cosa che spesso passa inosservata, giacché il paziente non può esprimerlo e l’analista da per scontato che egli esiste per l’altro. Molte volte, la mancanza della base, cioè di un seno capace di introiettare gli stati dolorosi, appare nel materiale come l’idea che l’analista è freddo e insensibile. (…) Ahumada sottolinea la necessità di distinguere l’identificazione proiettiva distruttiva dall’identificazine proiettiva disperata che è un tentativo di connessione (o di riconnessine) con la base.
 La buona base si può perdere anche quando viene confusa o scambiata con la cattiva. La base scambiata rappresenta semplicemente quella che non conviene al soggetto in quelle circostanze.
 Come terza possibilità Money-Kirle studia l’orientamento verso una base confusa e prende come paradigma il lavoro di Meltzer (1966) (…).
E’ bene rilevare che le idee di fraintendimento e di disorientamento hanno immediata e valida applicazione nella pratica. A volte nessuna interpretazione può essere più precisa di quella che consiste nel segnalare al paziente il suo disorientamento,  il modo in cui egli cerca ciò che in verità non gli conviene; e finché non interpretiamo questa ricerca sbagliata come l’errore fondamentale del paziente, probabilmente il disorientamento persisterà e il paziente continuerà a sbagliarsi; e anche noi sbaglieremo strada accompagnandolo con interpretazioni che toccheranno soltanto ciò che è contingente, non sostanziale.
Si può dire lo stesso per il fraintendimento. 


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.



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