lunedì 26 novembre 2012

Narciso.

Narciso è la Persona che più mi spaventa, nessuno ha armi contro Narciso e non c'è nessuno nella vita di Narciso: solo un riflesso ripetuto e continuo di sè stesso.
Poi Narciso cambia maschera e tutto ricomincia con un taglio di capelli nuovo o un altro abito. E anche quando tiene la stessa maschera per sempre... non sai mai chi c'è dietro quel cerone.
Narciso non è NESSUNO ed è TUTTI INSIEME e non c'è nulla di più doloroso e penoso che guardare negli occhi una persona e sapere (dopo anni anni e anni) che dall'altro lato non c'è NIENTE, forse solo un'altra bambola di pezza o il guscio dell'ennesima matrioska.

giovedì 5 aprile 2012

La proprietà transitiva dell'amicizia*

 Se due uomini sono d'accordo su tutto, 
puoi star sicuro che solo uno dei due sta pensando.
-- Arthur Bloch

La proprietà transitiva dell'amicizia dice che ''Se A è amico di B e B è amico di C, allora A e C sono amici'' ma se ''A non è più amico di B e B e C sono amici, allora A non è più amico né di B né di C''.
In psicodinamica questo genere di dinamica è definita nel detto ''o con me, o contro di me''.

Questo genere di meccanismo è piuttosto arcaico, non tiene conto della Volontà di un altra persona, non tiene conto dell'intelligenza dell'altro, non tiene conto del pensiero che, probabilmente, C è una persona diversa da A e da B.

Ribadisco: ''se a = b e b = c, allora a = c.''

Succede spesso che gli individui ragionino per insiemi inscindibili, come se uno fosse uguale all'altro e, di conseguenza, il terzo o è uguale all'uno, o è uguale all'altro che, traslato alla proprietà transitiva dell'amicizia, rappresenta il modo più sbrigativo per ''far fuori'' gli amici.
E' ovvio: se tu vuoi allontanarti da me (?), è altrettanto chiaro che l'amico deve allontanarsi da uno dei due, altrimenti che cos'è? Un insieme pensante diverso da A e da B?  ''O con me, o contro di me''.
Normalmente questa dinamica è accompagnata da un'altra dinamica, sempre piuttosto primitiva, piuttosto semplice, sintetizzata nella frase ''Sento male, faccio male'', il modo meno sano di trasformare il proprio sentimento 'frustrato' d'amore in qualcosa di altrettanto frustrato ma più 'congeniale' alla situazione (patologica già in partenza).

Mi rendo perfettamente conto che non prendere posizione in faccende amicali sia considerato 'da vigliacchi', a volte, è pur vero che è sicuramente più sano.

Tranquillizzatevi: non vi sto dando adesso dei malati mentali, per me lo siete pressoché tutti, in quanto umani, fallimentari, rovinosi se non del tutto deliranti, quindi, lo eravate già prima, lo siete adesso.
La verità è che molti individui si sentono inadeguati e piccoli, abbandonati nella maggior parte dei casi, feriti, addolorati e si difendono (con grande pena) da ulteriori separazioni agendo da canne al vento, aggregandosi alla buona e sbrigativa maniera, cioè incrociando parti psicotiche del proprio Sè, con quelle psicotiche del Sé altrui, facendo gruppetto, ma almeno non ci si sente soli.
Non importa se il terzo escluso soffre già per la perdita di un amico: avrà modo di soffrire il doppio, magari il triplo se il lavoretto dietro la sua testa è pulito, tra scoppi di risa e pettegolezzi (spesso costruiti sulla base di una fantasia alimentata da poca realtà), così, se ci si potesse passare sopra con uno schiacciasassi o una ruspa lo si farebbe volentieri, più e più volte.

Del resto, 'mors tua vita mea', mi pare che non faccia una piega.

Certo, a me è successo e s a t t a m e n t e questo ma non ci si è fermati qui, si è andati oltre. Oltre.
Dal canto mio posso dire che, alle lunghe, si possa parlare tranquillamente di perversione, laddove il continuare a ravanare una situazione apparentemente 'tagliata', eliminata chirurgicamente già con una violenza inaudita, sfocia nel continuare ad alimentare quelle fantasie che non hanno più contatto con una realtà tangibile ma solo con una serie di fantasie costruite sulla base di una realtà labile -solitamente il triste facebook o il web- o voci di corridoio che vogliono che il terzo escluso sia un tale criminale da meritare l'odio profondo di certi animi primitivi.
L'alimentare questo genere di fantasie è attribuibile al 'feticcio' che costituisce la pars caratterizzante della perversione.

Repetita iuvant: non è bastato fornire un primo trauma all'amica da cui si è 'fuggiti', ce ne vuole un secondo, poi un terzo e così via per via dell'eccitazione che fornisce l'ebbrezza feticista.
Qualcuno potrebbe obiettare secondo la famosa freddura che se in psiconalisi si mettono insieme un sadico e un masochista, si è creata una coppia perfetta in cui l'uno dirà ''Aaaaaah!'' e l'altro dirà ''Aaaaah!''. 
Ah sì, vi potete tranquillizzare di nuovo: non siete semplici malati di mente, avete sfociato il vostro essere nella perversione e questo ve lo sto dicendo adesso. 

Quando dovesse capitare (forse per via del tempo o forse per via di un'eccitazione maggiore che fornisce un altro feticcio più investito di significato personale) che le perversioni devino dal target iniziale finendo di torturarlo (anche perché solitamente ormai sepellito), normalmente queste persone si ammalano. La malattia a seguire dipende dall'investimento personale e il modo in cui si 'forclude'** l'affetto.

Ci sono delle attenuanti, come i traumi infantili, ad esempio, o l'età. 
E' chiaro che un ragazzo acerbo ha tutto il tempo possibile per metabolizzare eventuali atti violenti o perversi e, se tutto va bene, un domani riesce a prenderne atto, cosa che non può dirsi altrettanto di persone di una certa età che prendono posizione a favore di un ragazzo che ha manifestato atteggiamenti violenti (e perversi). 
Io penso questo: il ragazzo giovane si può sovente trovare di fronte ad atti di ribellione che in qualche momento della propria vita gli servono per dire al mondo ''IO ESISTO, GUARDA!'' (il termine 'guarda' non è inserito casualmente e introduce la perversione, in quest'ottica), per le persone di più o meno quarant'anni il discorso è radicalmente diverso e di certo con poche speranze di 'riuscita'. 
Auguro ai pochi che possono intendere il mio forbito linguaggio tecnico di riuscire nei loro intenti e avverto ai molti che ci hanno visto quello che vogliono vederci che il masochista individua pochi 'sadici' a cui sottoporsi, per il resto è meglio evitarlo ma soprattutto, è preferibile smettere di provocarlo. 


* Si ringraziano gli amici per le perle di saggezza che hanno ispirato questo post.

**La forclusione è un termine che indica un modo pressoché esclusivo e definitivo di 'polverizzare' un affetto e renderlo introvabile per sempre nelle profondità della propria struttura psichica.
 

mercoledì 14 dicembre 2011

E' quasi magia Giorgio!

Entriamo in una sala in cui regna l'extralusso, musica classica e depliant con brevi spiegazioni di accessi ai vari master e specializzazioni della scuola in questione.
Veniamo ricevuti da alcune donne, gonna corta e tacco alto (alle 11.00 del mattino!) che al confronto le veline possono vergognarsi, saliamo al piano superiore: un secondo scenario ultra lussuoso si profila davanti a noi, con tanto di libreria semovente nella quale si infila una delle donnine per prendere qualcosa come dei documenti...
Intuisco solo in un secondo momento che si tratta di psicoterapeute docenti della scuola, di cui una porta lo stesso cognome del Maestro che avremo l'onore (e l'onere) di vedere all'Opera, quando si struttura l'Open Day vero e proprio.
Trepidanti di iniziare un 'confronto interattivo', una delle docenti Barbie standard pone una domanda, anzi no, LA domanda: ''quanti di voi hanno letto i libri di N.?'' Tutta l'ala sinistra alza la mano. ''Chi ha letto i libri consigliati in bibliografia per l'invito?'' Tutta l'ala sinistra e l'ala destra alzano la mano.
''Chi non ha letto niente?'', io e la mia amica alziamo la mano.
Bene, vista la posizione di svantaggio in cui vertiamo io e lei, il 'dialogo' inizia proprio indicando me: Doc:- Cosa vi conduce fin qui?
io:- Sto attraversando un momento in cui devo/vorrei definire la mia dimensione di marketing nello scenario psicoerapeutico italiano e voglio farmi un'idea globale e completa per un mio investimento.
(16.000 euro divisi in 4 anni più spese varie per il corso di formazione mi sembrano una cifra degna di essere definita ''marketing'', ma questo termine viene subito bollato da Barbie girl come ''cinico'', ''crudo'', ''cattivo'', quasi... ''perfido''... perché ''uno psicoterapeuta è uno stratega, sempre!" A questo punto mi chiedo quanto 'costa' lei, visto che la parola marketing sembra tanto fuori luogo...).
Interrompe il piacevole scambio di opinioni il dott. Giorgio in persona (il Maestro!) che esorta a iniziare la giornata con la visione dei casi clinici da lui stesso trattati affiancato dagli studenti-belle statuine* di ultimo anno.

''Il metodo N. è un'evoluzione della scuola di Palo Alto e riprende parte della Gestalt di Wundt e Brentano, ma prende le distanze dalla psichiatria, dalla psicoanalisi (qui mi gratto), dal mondo medico, e dal comportamentismo e cognitivismo, nonostante ne sincretizzi qualcosa (cosa?)''

A questo punto mi si chiarisce un punto fondamentale: sono approdata sul set reale e parallelo di Vanilla Sky: la realtà è tutta questione di ''percezione''!
Da qui in poi mi è impossibile spiegare parte del metodo che ho avuto modo di visionare  perché, di fatto, è molto complicato, soprattutto per i non addetti ai lavori, vi basti sapere quanto segue:
- tutto (o quasi) può passare in dieci sedute di psicoterapia*
- se oltre queste dieci sedute non è ancora avvenuto ''lo sblocco''  o ''il cambiamento'' (così da loro definito), il terapeuta ha l'obbligo di rimandare il paziente da un altro collega (stessa scuola, stesso metodo, ovviamente!)
- se il paziente si rende conto di avere a monte del problema che porta inizialmente, un altro problema ''si apre un'altra scatola e si richiedono altre sedute per un nuovo trattamento''
- anche un malato terminale di cancro, o un familiare dello stesso può ''percepire il tempo che gli resa come il miglior tempo possibile'' (segue sorriso da diecimila euro della Lady doc contro mascella per terra della mia amica)
- se un tossicodipendente non smette di drogarsi... NO TERAPIA! (Indovinate un pò? viene rimesso ad una di quelle pessime comunità! Oooh!)
- nella media, tutte le addiction (dipendenze) passano alla svelta
- varie ed eventuali.

In pochissime parole: un sintomo viene spostato su un'altra parte della struttura percettiva dell'Io e per quei fessi degli psicoanalisti classici a cui piace menarsela tanto, tornerà in circolo nel complesso energetico psichico, ergo, si rimanifesterà con un altro problema!

A questo serve ''l'Ipnosi senza trance'' che di fatto esiste ed è una tecnica seria ed efficace, e, di fatto, mi sono chiesta se è giusto trattare il subliminale di un essere umano a sua insaputa inducendolo, seppur a fin di bene, a percepire una realtà paradossalmente altra dalla Sua.
Mi sono chiesta: ma la pubblicità non agiva allo stesso modo finché in Italia è stato vietato l'uso del messaggio subliminale?
(E' chiaro che si tratta di tecniche minimamente differenti ed è altrettanto chiaro che se uno vuole subire il subliminale è un suo diritto esercitarlo, in scienza e coscienza!).

Il mio percorso di visione all'interno della bottega di Alì Babà si conclude con la fatidica domanda: '' Prof. N., avete parlato di comunicazione, di percezione, di emozione: come mette in relazione il suo mirabile metodo con l'alessitimia?''
Apprendo in quel momento l'Ira di Idra:
N.-''Che cosa vuol dire A L E S S I T I M I A ?''
io: (rispondo)
N.:-"E chi ha coniato tale termine?''
io:-(rispondo)
e così via per l'approccio, per il periodo storico e il significato del costrutto, segue:
N.:-E quindi? NON E S I S T E!
io:- (A ME!?) Bene, mi basta.
N:-  dica a questa gente che inventa stupidaggini che studino meglio, MOLTO meglio la psicofisiologia dell'essere umano!

***
Irritata ma anche molto divertita, corro dal mio Chiarissimo/Spett.Le Prof. a raccontare l'accaduto.
Trovate qui la sua risposta.


A bientôt.

*Ogni psicoterapeuta sulle prime fa la bella statuina, solitamente in affiancamento.