sabato 5 marzo 2011


7. Natura e cultura

L’idea centrale di Money-Kirle è dunque che la conoscenza ha uno sviluppo, nel senso che esistono fattori endogeni ed esogeni, genetici e acquisiti che la determinano, che le danno impulso. La conoscenza non si presenta tutta insieme e per sempre, ma è un processo; e la funzione più importante dello psichismo è forse avvicinarsi alle fonti genetiche della conoscenza. Sembra anche che purtroppo una funzione fondamentale dello psichismo, sia deformare questa conoscenza primigenia e fondamentale, il che forse è solo un modo negativo per dire che l’uomo è un animale capace di formare simboli.
(…)
Con i suoi delicati strumenti psicoanalitici, Money-Kirle cerca di accertare che cos’è genetico, che cos’è acquisito e qual è la relazione tra i due tipi di elementi. Egli parte dal fatto che nasciamo con determinate preconcezioni nel senso di Bion (e anche nel senso etologico di conoscenza genetica) , e che queste preconcezioni devono unirsi, devono essere connesse con una determinata esperienza che Bion chiama realizzazione (realization)[1]. Vale a dire: data una determinata preconcezione che io ho, quando ne incontro un esempio nell’ambiente, io “realizzo” che questo è ciò che stavo cercando. E’ a questo punto che interviene la tesi di Schlick che conoscere è sempre ri-conoscere l’oggetto come appartenente ad una classe.
 Il concetto di classe è complesso, ma per comprendere il punto di vista di Money-Kirle, basta partire dal fatto che nelle cose della natura vi sono alcune caratteristiche comuni e questo è ciò che ci permette di fare classificazioni. Le classificazioni cambiano man mano che aumentano le nostre conoscenze, perché la conoscenza ci avvicina alle cosiddette classi naturali. (Si pensi per esempio alla classificazione di Linneo). Malgrado la denominazione, le classi ‘naturali’ si modificano continuamente perché, a mano a mano che è possibile comprendere meglio ciò che è sostanziale di una classe, possiamo definirla e caratterizzarla meglio. Nessuno metterebbe leoni e cammelli nella stessa categoria perché sono dello stesso colore, giacché vi sono altre caratteristiche, come quella dell’appartenenza agli erbivori o ai carnivori che sono più significativi. (…)
Money-Kirle studia la formazione del concetto e una delle sue tesi fondamentali è che essa può fallire per diverse ragioni che dipendono dall’individuo stesso e dall’ambiente. Se le ‘realizzazioni’ non sono molto efficaci (fattore esogeno) o se l’intolleranza al dolore è molto alta (fattore endogeno), compare una concreta volontà di disconoscere e, per questa ragione, i concetti che dovrebbero formarsi si trasformano in fraintendimenti.
Questa parte della teoria del fraintendimento è molto legata alla teoria della memoria e del riconoscimento. Qui riconoscimento ha il doppio senso di gratitudine, di essere riconoscente e di ricordo, giacché se mi ricordo di qualcosa posso riconoscerlo. Il riconoscimento è legato alla posizione depressiva perché determina la depressione, come pure la depressione determina la memoria. Come posso sentirmi depresso se non quando ricordo quel che avevo e che non ho più? E, viceversa, come può esserci ricordo se non a partire da un lutto per quello che non c’è? Così, dunque, i tre concetti, lutto, ricordo e tempo sono fondamentali e indispensabili in questa disciplina.


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.




[1] Il verbo inglese to realize vuol dire comprendere, o ‘rendersi conto di qualcosa’; da qui realization.

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