martedì 21 dicembre 2010

La malattia di cupido


Qualche tempo fa si presentò alla nostra clinica Natasha K., una sveglia novantenne, la quale ci raccontò come, subito dopo il suo ottantottesimo compleanno, avesse notato un <<cambiamento>>. Che tipo di cambiamento, chiedemmo?
“ un cambiamento fantastico!” esclamò lei. “Una meraviglia! Mi sentivo più energica, più viva… mi sentivo tornata giovane. Ho cominciato a interessarmi ai giovanotti, a sentirmi, come dire, pimpante: ecco sì, pimpante!”
“E questo costituiva un problema?”
“No, non sulle prime. Mi sentivo bene, veramente bene: perché dovevo pensare che qualcosa non andasse?”
“E poi?”
“ Poi i miei amici incominciarono a preoccuparsi. Dapprima dissero :- Hai un’aria raggiante, si direbbe che tu sei entrata in una nuova vita-, ma poi incominciarono a pensare che la cosa fosse un po’…sconveniente. – Sei sempre stata così timida- dissero – e adesso ti metti a fare la civetta. Quelle tue risatine, le storielle che racconti… alla tua età, ti pare che stia bene?- “
“ E lei?”
“Io naturalmente ci sono rimasta. Mi ero lasciata trasportare e non avevo pensato di chiedermi cosa stia succedendo. Ma a quel punto ho cominciato a riflettere. Mi son detta :- Natasha, hai ottantanove anni e questa faccenda ormai dura da un anno. Sei sempre stata così schiva nei tuoi sentimenti, e ora questa stravaganza! Sei vecchia, sei vicina alla fine.
Che cosa può giustificare questa improvvisa euforia?-
E non appena pensai all’euforia, la faccenda assunse un nuovo significato…:- Sei malata cocca!- mi dissi. :-Ti senti troppo bene, devi per forza essere malata!-“
“Malata? Una malattia emotiva, psichica?’’
“No, non emotiva: fisica. Era qualcosa nel mio corpo, nel mio cervello, che mi faceva sentire su di giri. E poi ho pensato: accidenti, è la malattia di Cupido!”
“La malattia di Cupido?” feci eco senza capire.
Non ne avevo mai sentito parlare.
“Sì, la malattia di Cupido…la sifilide, no? Circa 70’anni fa ero in un bordello, a Salonicco, e mi presi la sifilide, un sacco di ragazze ce l’aveva, la chiamavamo malattia di Cupido. Fu mio marito a salvarmi: mi tirò fuori e mi fece curare. La penicillina, naturalmente, era ancora di là da venire. E’ possibile che mi abbia riacchiappato dopo tutti questi anni?”

Fra l’infezione primaria e la comparsa della neurosifilide può esservi un periodo di latenza lunghissimo, specialmente se l’infezione primaria è stata repressa, non eliminata (…).
Non avevo mai sentito parlare di un intervallo di settant’anni né di un autodiagnosi di sifilide fatta con tanta calma e lucidità.
“E’ un’ipotesi straordinaria” risposi dopo un momento di riflessione. “ Non mi sarebbe mai venuta in mente, ma forse lei ha ragione”.
E l’aveva davvero. (…) A questo punto sorse la questione della cura. Ma qui si presentò un altro dilemma, avanzato con tipica acutezza dalla stessa signora K. “Non so se voglio essere curata. E’ una malattia, lo so, ma mi ha fatto sentire bene. E’ stata un’esperienza molto piacevole e lo è tuttora, non voglio negarlo. Erano vent’anni che non mi sentivo così viva, così pimpante! E’ stato divertente. Ma so quando una cosa bella supera i limiti e smette di essere bella. Ho avuto dei pensieri, degli impulsi, non voglio dire quali, ma erano beh…imbarazzanti e assurdi. All’inizio era come  essere un po’ brilla, un po’ su di giri, ma se va avanti ancora un po’…” Mimò un’idiota spastica e sbavante. ‘’Ho capito che avevo la malattia di Cupido, e così sono venuta da lei. Non voglio che peggiori, sarebbe orribile; ma non voglio guarire, perché sarebbe brutto anche questo. Prima di questo, non mi sentivo pienamente viva. Non potrebbe far qualcosa che mantenga tutto com’è?’’.
Riflettemmo ancora un po’ e per fortuna, individuammo con chiarezza una linea di cura.
 (…)
Ora la signora K. ha ottenuto entrambe le cose: prova una blanda e piacevole disinibizione, una liberazione del pensiero e dell’impulso senza che vi sia alcuna minaccia della perdita dell’autocontrollo o un ulteriore danno alla corteccia. E spera, così rianimata, ringiovanita, di vivere fino a cento anni. ‘’E’ buffo,” dice, “ ma bisogna dire che Cupido ci sa fare!”.


Tratto da: Oliver Sacks (1985), L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, gli Adelphi, Milano, 1986.

4 commenti:

Dario ha detto...

Tenerissima!:)

Stella ha detto...

Ci hanno fatto una puntata del Dott. House...

Unknown ha detto...

Citerò O. Sacks per aver plagiato dott. House :P

Ps: naturalmente non lo sapevo :D

Cassandra ha detto...

questa vecchietta è spettacolare!!!! :D