In un supermercato del paesello.
Avevo già annusato odore di conoscenze traverse e, come spesso accade, cercavo una scusa per tagliare corto e tornare in strada.
Mi avvicino alla cassa per pagare e, come volevasi dimostrare, la cassiera mi guarda squadrandomi da capo a piedi, infine mi chiede con inconfondibile dialetto locale molto cantilenato che innesca in me un meccanismo semi allucinatorio da serial killer in carriera: ''Ma tu...sei la figlia di Mastro X?''[1]
Rispondo velocemente un pò scocciata come al mio solito ''Hum...no no, si sta confondendo con mia sorella...''
''Oh...mi scusi allora!''
'' Nessun problema. Arrivederci.''
Sorriso sornione, volto le spalle e torno in strada.
Mi ripeto che realizzerà, prima o poi, di non essere lei la personcina strana.
E ne gioirà, forse.
[1] Epiteto con il quale viene definito il mio genitore-padre sulla base del suo mestiere: anche questo modo di identificare la gente innesca nella sottoscritta strani istinti aggressivi.
1 commenti:
:)
Un bacio a te, Personcina Meraviglia.
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