sabato 13 agosto 2011

L'esoterista antisociale 2


Proseguo un discorso che avevo iniziato *qui*.
E’ a monte di quanto detto che il quadro schizotipico sembrerebbe essere più indicato a definire l’insofferenza per il prossimo da parte dell’esoterista. In questo senso, l’individuo rivolto all’introspezione con propensione per argomenti spirituali, utilizzerebbe il ritiro e l’isolamento come meccanismi d’azione/difensivi per separarsi dagli altri pur mantenendo un forte ancoraggio alla realtà. Estremizzando il concetto, la realtà viene vissuta come aggressiva ed ostile e  l’Altro non viene percepito come  idoneo a contenere il proprio Sé su diversi livelli: emotivo, sentimentale, cognitivo, comportamentale, ideologico, ecc.
 Il comportamento violento non è, per lo più, contemplato da un punto di vista reale ma si limita alla sfera dei pensieri o dell’azione verbale. Difficilmente passa all’atto.
L’esoterista non ha interesse al convincimento, al raggiro, alla manipolazione mentale, anzi, tende al silenzio e alla continua ricerca, comportamento che si sposa bene con l’attitudine allo studio dello studente efficace (a volte il secchione) che si inscrive nell’ambito delle schizotipie.
Il rifiuto, la chiusura, l’apatia dello schizoide, sono le stesse variabili dell’Isolamento e del Ritiro riconducibili all’estrema sensibilità, a volte nervosa[1], caratteristica di questi individui e contingente a quella dell’esoterista/spiritualista.
In ultimo, a completare il quadro di personalità tipico dell’esoterista, a mio avviso è la Sublimazione.
La Sublimazione è secondo Freud, il meccanismo di difesa più puro e più evoluto dell’essere umano, in grado di trasformare le pulsioni aggressive, invidiose, ma anche quelle erotiche e libidiche, in qualcosa di ‘costruttivo e creativo’ che possono essere l’Arte o la Filosofia. Ma questa è un’altra storia.

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Bibliografia


  • DSM-IV-TR, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (APA, 2001), Masson, Roma, 2001.
  • Freud A. (1936), L’Io e i meccanismi di difesa, Giunti Editore, Milano, 1997.
  • Gabbard Glenn O. (2007), Psichiatria psicodinamica, Cortina Raffaello, Milano, 2007
  • Mc Williams N. (1999), La diagnosi psicoanalitica, Astrolabio Ubaldini, Roma, 1999.



[1] N.  Mc Williams definisce la ‘’sensibilità’’ del bambino schizoide inconfondibile sin dalla nascita: si tratta, infatti, di un bambino estremamente delicato e sensibile agli stimoli ambientali, irritabile e irascibile al minimo rumore o luce troppo forte. La sensibilità nervosa è inquadrata dalla stessa autrice nel detto ‘’avere i nervi a fior di pelle’’.
Gabard (et altri) hanno confermato il gradiente nervoso della sensibilità in questione.

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