venerdì 15 aprile 2011

Sotto il segno della noia

Del difetto antisociale.

In un supermercato del paesello.
Avevo già annusato odore di conoscenze traverse e, come spesso accade, cercavo una scusa per tagliare corto e tornare in strada.

Mi avvicino alla cassa per pagare e, come volevasi dimostrare, la cassiera mi guarda squadrandomi da capo a piedi, infine mi chiede con inconfondibile dialetto locale molto cantilenato che innesca in me un meccanismo semi allucinatorio da serial killer in carriera:  ''Ma tu...sei la figlia di Mastro X?''[1]
Rispondo velocemente un pò scocciata come al mio solito ''Hum...no no, si sta confondendo con mia sorella...''
''Oh...mi scusi allora!''
'' Nessun problema. Arrivederci.''

Sorriso sornione, volto le spalle e torno in strada.

Mi ripeto che realizzerà, prima o poi, di non essere lei la personcina strana.
E ne gioirà, forse.




[1] Epiteto con il quale viene definito il mio genitore-padre sulla base del suo mestiere: anche questo modo di identificare la gente innesca nella sottoscritta strani istinti aggressivi.