giovedì 31 marzo 2011

emendamento pro-polemos

Ieri, ovunque ho letto
EMENDAMENTO ALLA CAMERA N. 1707: "NIENTE OBBLIGO DI ARRESTO PER CHI VERRÀ SORPRESO A COMPIERE VIOLENZE SESSUALI DI LIEVE ENTITA' VERSO MINORI". I FIRMATARI DELLA LEGGE: GASPARRI(PDL), BRICOLO(LEGA), QUAGLIARIELLO (PDL), CENTARO (PDL), BERSELLI (PDL), MAZZATORTA (LEGA), DIVINA (LEGA).

La notizia è sbagliata.
Il reato è di atto sessuale di lieve entità. 

L'informazione più dettagliata la trovate qui.

Lo scopo nel mio blog non è quello di vederci chiaro, né di sollevare un polverone su altra polvere.
E' solo per non dimenticare che annoto quanto trovo in giro.
E' solo per non dimenticare le parole incisive che riporto sotto, senza con questo entrare nel dettaglio di opinioni politiche varie.
Mai, da che ho memoria, ho visto un tale interesse di strada per la politica e le vicende 'mediatiche' di cui, ancora una volta, siamo bombardati.
Ma ieri sera, dopo il calderone informativo sull' emendamento salva pedofili, qualcosa è diventato più chiaro, per una volta, non potrei spiegarlo meglio di loro:



Bersani : "Perché Berlusconi sia andato oggi a fare i fuochi d'artificio, a comprare case, a comprare barconi, a mettere giù piani regolatori a Lampedusa l'abbiamo capito stamattina qui. Perché lui ha portato i riflettori là, ma il miracolo l'ha fatto qui, col processo breve. Lui là si compra la casa - ha affondato il leader del Pd - e qui s'è comprato il salvacondotto"


Casini: (...) ecco un "provvedimento per placare le ossessioni giudiziarie del presidente del Consiglio. E' una vergogna"

 N.B.: carissimi Bersani e Casini, ho detto per una volta, non montatevi la testa.

giovedì 17 marzo 2011

Fratelli d'Italia

Viva viva L'Unità d'Italia quando  Bossi e quei pagliacci n cravattino verde  si permettono il lusso di fare gli 'anticostituzionalisti e quando QUESTO e' il governo che li rende ricchi e  consente loro di andarsi a prendere il caffè.

Viva l'Unità d'Italia quando i parlamentari si permettono di astenersi dal votare con tutti i soldi che prendono e non cambiano le carte in tavola e mi rappresentano.
A costo di dare la fiducia a quel pervertito.
Ma loro si astengono appellandosi al loro diritto.

Viva l'Unità d'Italia quando veline e calciatori sono ricchi mentre il popolo non fa la rivoluzione perché non ha lo spirito né la fame necessaria, ma i padri di famiglia si suicidano in silenzio perché non riescono a mandare avanti la baracca e vengono licenziati.
Non mi credete? 
Male.

 Viva l'Unità d'Italia quando le 'autorità indagano' e i carabinieri violentano le psicopatiche che si trovano in stato d'arresto momentaneo.

Viva l'Unità d'Italia per i cervelli in fuga e la mala sanità, quando donne partorienti muoiono in sale operatorie e parlamentari con neonati se ne vanno a pagliacciare in parlamento perchè perdono il posto. Eppure in Italia la maternità dovrebbe essere un diritto, almeno ancora oggi.

Viva l'Unità d'Italia che è stata fatta sulla base di brogli e imbrogli e nessuno la voleva, tranne un viscido chiamato Cavour e uno con la giubba rossa che per soldi ha venduto se stesso al reuccio.

Viva viva l'Inno Nazionale cantato negli stadi e durante i mondiali.

Viva l'Unità d'Italia quando in Sicilia, l'alternativa sarebbe stata la mafia.

Alternativa... ops, scusate la svista. Ho detto Sicilia.


sabato 5 marzo 2011


7. Natura e cultura

L’idea centrale di Money-Kirle è dunque che la conoscenza ha uno sviluppo, nel senso che esistono fattori endogeni ed esogeni, genetici e acquisiti che la determinano, che le danno impulso. La conoscenza non si presenta tutta insieme e per sempre, ma è un processo; e la funzione più importante dello psichismo è forse avvicinarsi alle fonti genetiche della conoscenza. Sembra anche che purtroppo una funzione fondamentale dello psichismo, sia deformare questa conoscenza primigenia e fondamentale, il che forse è solo un modo negativo per dire che l’uomo è un animale capace di formare simboli.
(…)
Con i suoi delicati strumenti psicoanalitici, Money-Kirle cerca di accertare che cos’è genetico, che cos’è acquisito e qual è la relazione tra i due tipi di elementi. Egli parte dal fatto che nasciamo con determinate preconcezioni nel senso di Bion (e anche nel senso etologico di conoscenza genetica) , e che queste preconcezioni devono unirsi, devono essere connesse con una determinata esperienza che Bion chiama realizzazione (realization)[1]. Vale a dire: data una determinata preconcezione che io ho, quando ne incontro un esempio nell’ambiente, io “realizzo” che questo è ciò che stavo cercando. E’ a questo punto che interviene la tesi di Schlick che conoscere è sempre ri-conoscere l’oggetto come appartenente ad una classe.
 Il concetto di classe è complesso, ma per comprendere il punto di vista di Money-Kirle, basta partire dal fatto che nelle cose della natura vi sono alcune caratteristiche comuni e questo è ciò che ci permette di fare classificazioni. Le classificazioni cambiano man mano che aumentano le nostre conoscenze, perché la conoscenza ci avvicina alle cosiddette classi naturali. (Si pensi per esempio alla classificazione di Linneo). Malgrado la denominazione, le classi ‘naturali’ si modificano continuamente perché, a mano a mano che è possibile comprendere meglio ciò che è sostanziale di una classe, possiamo definirla e caratterizzarla meglio. Nessuno metterebbe leoni e cammelli nella stessa categoria perché sono dello stesso colore, giacché vi sono altre caratteristiche, come quella dell’appartenenza agli erbivori o ai carnivori che sono più significativi. (…)
Money-Kirle studia la formazione del concetto e una delle sue tesi fondamentali è che essa può fallire per diverse ragioni che dipendono dall’individuo stesso e dall’ambiente. Se le ‘realizzazioni’ non sono molto efficaci (fattore esogeno) o se l’intolleranza al dolore è molto alta (fattore endogeno), compare una concreta volontà di disconoscere e, per questa ragione, i concetti che dovrebbero formarsi si trasformano in fraintendimenti.
Questa parte della teoria del fraintendimento è molto legata alla teoria della memoria e del riconoscimento. Qui riconoscimento ha il doppio senso di gratitudine, di essere riconoscente e di ricordo, giacché se mi ricordo di qualcosa posso riconoscerlo. Il riconoscimento è legato alla posizione depressiva perché determina la depressione, come pure la depressione determina la memoria. Come posso sentirmi depresso se non quando ricordo quel che avevo e che non ho più? E, viceversa, come può esserci ricordo se non a partire da un lutto per quello che non c’è? Così, dunque, i tre concetti, lutto, ricordo e tempo sono fondamentali e indispensabili in questa disciplina.


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.




[1] Il verbo inglese to realize vuol dire comprendere, o ‘rendersi conto di qualcosa’; da qui realization.

6. L’oggetto spurio

Quando la memoria e la perdita diventano intollerabili, l’oggetto buono non è più riconosciuto come tale e viene cambiato con un altro al quale sono erroneamente attribuite le virtù dell’originale. Il prototipo di questo modello patologico di sviluppo ci rimanda ancora una volta ai confusi ed esaltati sentimenti del bambino descritti da Meltzer nel 1966, ai quali ci siamo riferiti quando abbiamo parlato della base.
 Nel momento in cui il bambino piccolo concepisce il seno come un… ogetto da scartare!
Dai difetti nel comportamento del bambino, fino all’invidia endogena, molti fattori possono spiegare perché un individuo cerca un sostituto spurio per rimpiazzare un oggetto vero.
 Questo concetto permette di indagare con precisione e con minore investimento nel controtransfert, in quanto è evidente che il paziente cerca un oggetto spurio perché ha dimenticato quello autentico, perché non ha potuto aspettarlo e non è capace di riconoscerlo. (…)


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.


5. Le conoscenze fondamentali

‘’The Aim of Psycho-Analysis” (1971), uno degli ultimi studi di Money-Kirle, tratta delle possibili conoscenze che il menoma ci fornisce e ne propone tre: il riconoscimento del seno come oggetto supremamente buono, il riconoscimento del coito dei genitori come insuperabile atto creativo e il riconoscimento dell’inevitabilità del tempo e, infine, della morte. (…)


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.



4. Il sistema spazio-temporale

Il raggiungimento delle categorie di spazio e tempo secondo Money-Kirle.
Egli ritiene che nasciamo con una predisposizione a orientarci nei confronti della realtà e in ‘’Cognitive Development’’, si occupa dell’orientamento spaziale che ci guida verso una base.
La posizione di Money-Kirle è ben caratterizzata dal fatto che egli chiama base non qualcosa della persona, ma concretamente, l’oggetto. Psicologicamente, l’oggetto è l’origine delle coordinate cartesiane alla quale il soggetto ricorre sempre per orientarsi. La base dalla quale derivano tutte le altre è il primo oggetto che si delinea nella confusione sensoriale del neonato, cioè il seno, o, più specificamente, il capezzolo.
Lo sviluppo del sistema a partire dalla base è, come si comprende, dal seno alla madre, poi ai due genitori (complesso di Edipo), fratelli e famiglia, società.
L’orientamento verso la buona base si può perdere in varie maniere. A volte il bambino si identifica proiettivamente in modo totale per invidia o per cercare protezione di fronte al pericolo. In questi casi la confusione di identità e il processo può diventare cronico e molto sintonico se le circostanze della vita e le attitudini del soggetto lo permettono. In un lavoro precedente, Money-Kirle (1965) attribuì a questo meccanismo la megalomania e sostenne che l’uomo cominciò a usare gli indumenti per realizzare l’identificazione proiettiva con il suo animale totemico, cioè con i genitori. In un saggio del 1983, Jorge Ahumada sostiene che è importante scoprire nel materiale del paziente se l’analista è riconosciuto come base, cosa che spesso passa inosservata, giacché il paziente non può esprimerlo e l’analista da per scontato che egli esiste per l’altro. Molte volte, la mancanza della base, cioè di un seno capace di introiettare gli stati dolorosi, appare nel materiale come l’idea che l’analista è freddo e insensibile. (…) Ahumada sottolinea la necessità di distinguere l’identificazione proiettiva distruttiva dall’identificazine proiettiva disperata che è un tentativo di connessione (o di riconnessine) con la base.
 La buona base si può perdere anche quando viene confusa o scambiata con la cattiva. La base scambiata rappresenta semplicemente quella che non conviene al soggetto in quelle circostanze.
 Come terza possibilità Money-Kirle studia l’orientamento verso una base confusa e prende come paradigma il lavoro di Meltzer (1966) (…).
E’ bene rilevare che le idee di fraintendimento e di disorientamento hanno immediata e valida applicazione nella pratica. A volte nessuna interpretazione può essere più precisa di quella che consiste nel segnalare al paziente il suo disorientamento,  il modo in cui egli cerca ciò che in verità non gli conviene; e finché non interpretiamo questa ricerca sbagliata come l’errore fondamentale del paziente, probabilmente il disorientamento persisterà e il paziente continuerà a sbagliarsi; e anche noi sbaglieremo strada accompagnandolo con interpretazioni che toccheranno soltanto ciò che è contingente, non sostanziale.
Si può dire lo stesso per il fraintendimento. 


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.




3. Lo sviluppo del concetto

A differenza della raffinata griglia di Bion (…), Money-Kirle postula solo tre momenti, che sono: identificazione o rappresentazione concreta, rappresentazione ideografica e rappresentazione verbale.
La prima fase, l’identificazione concreta, non ha, rigorosamente parlando, possibilità di rappresentazione, giacchè la rappresentazione non si distingue dall’oggetto rappresentato. Questa idea coinciderebbe con quella che Freud chiamerebbe rappresentazione di cosa nell’inconscio. Money-Kirle cita il caso di un paziente che ebbe una serie di lievi episodi di ittero per una costrizione delle vie biliari. Per l’evoluzione del materiale, essi sembravano corrispondere al primo stadio della sua classificazione e poi si espressero chiaramente come materiale onirici. Money-Kirle sembra pensare che questi episodi fossero l’espressione fisiologica di quello che Hanna Segal (1957) denominò equazione simbolica (Money-Kirle, 1978, p. 422). Tanto la rappresentazione di cosa, quanto l’equazione simbolica corrispondono alla rappresentazione concreta.
Poi viene la  rappresentazione ideagrafica nella quale c’è già una prima distanza tra la cosa e il simbolo, come si osserva nei sogni. Lo stadio finale dello cognitivo, corrisponde alla rappresentazione verbale del pensiero cosciente. 


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.


 
2. La costruzione del concetto

 L’indagine di Money-Kirle si sviluppa in due aree, la costruzione del concetto e la localizzazione spazio-temporale dell’esperienza. In realtà non sono sostanzialmente diverse perché localizzare le esperienze presuppone la costruzione dei concetti di spazio e di tempo; evidentemente Money-Kirle propone di considerare indipendenti  queste due categorie in cui i fattori esperienziali secondo lui influiscono più decisamente. Tuttavia si vedrà che il cattivo orientamento verso l’oggetto (base), può essere legato a un concetto sbagliato della base, cioè che concezione e disposizione non sono facilmente separabili. A questo punto la ricerca di Money-Kirle può condensarsi in due parole: fraintendimento e disorientamento. Fraintendimento (misconception) riguarda la costruzione del concetto; disorientamento (disorientation) si riferisce alle categorie di spazio e tempo. Una delle tesi importanti, certamente originale, di Money-Kirle è che quando l’interazione tra l’informazione genetica e ciò che l’ambiente apporta non è adeguata, non risulta un vuoto nella conoscenza, ma una cattiva conoscenza. Questo viene detto fraintendimento.
Il concetto si costruisce nel punto d’incontro tra l’innato e l’esperienza. In questo l’autore segue l’idea di Bion di una preconcezione che si unisce a un fatto dell’esperienza (realization) per formare la concezione.
Sulla base delle teorie empiriche del filosofo Moritz Schlick  sulla costruzione della conoscenza, Money-Kirle ritiene che la conoscenza si costruisce assegnando ad un oggetto una classe d’appartenenza e quindi nasciamo con la capacità di associare un oggetto ad una classe di appartenenza (…) o di assegnare a certe classi i fatti dell’esperienza.
(…)
Siamo, quindi, programmati o predisposti a riconoscere e classificare  le ‘cose della vita’; questo sviluppo non è mai facile perché in noi opera anche una poderosa forza a disconoscere, a dimenticare, a ingannarci.
 Abbiamo gli strumenti adeguati  per conoscere la realtà, per classificare, i fatti dell’esperienza e tuttavia risulta che dobbiamo apprendere nuovamente quello che già sappiamo con uno sforzo arduo costante. Il fatto è che così come nasciamo, con un amore innato per la verità (istinto epistemofilico o legame k, per dirla nei termini di Bion), portiamo con noi anche la tendenza a deformarla nonappena ci sia d’ostacolo. In tal modo, e questa è un’altra tesi fondamentale di Money-kirle, quando non costruiamo il concetto giusto, la ragione non è solamente che l’ambiente ci ha privato delle esperienze (realizations) adeguate, ma anche che abbiamo una forte tendenza a deformare. Lo spirito umano ha una tendenza molto forte a non conoscere, a disconoscere. (…)
Il conflitto fondamentale dell’essere umano forse è, per Money-Kirle, quello che si pone tra un poderoso impulso a conoscere e quello non meno forte di disconoscere, di deformare i fatti della vita. Money-Kirle spiega questa tendenza a deformare con due strumenti teorici: il principio di piacere e l’invidia.
 Secondo il principio di piacere non si costruiscono concetti, ma coppie di concetti, perché ogni concetto, implicando sia esperienze piacevoli che spiacevoli, risulta automaticamente legato al doppio concetto di buono/cattivo.
 Se opera fortemente l’invidia, si formerà sicuramente il concetto cattivo, ma forse non il buono; e allora al suo posto appare un fraintendimento (misconception).
  La conoscenza è dolorosa perché è sempre legata all’assenza, alla mancanza. Se non venisse mai il momento in cui il seno manca, se il seno stesse perennemente nella bocca del bambino, non si formerebbero fraintendimenti riguardo ad esso; è il vuoto dell’assenza che si riempie di fraintendimenti. Anche se l’assenza è indispensabile, perché se il bambino avesse sempre il seno in bocca, non potrebbe mai capire che il seno e la bocca sono due cose distinte.

Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.

La teoria del fraintendimento


1. Bion e Money-Kirle

...il fenomeno del rovesciamento della prospettiva spiega come in certi casi tra analista e paziente c’è un accordo manifesto che nasconde una divergenza veramente radicale. Il paziente non discute e al contrario accetta quello che l’analista dice, mostra di essere d’accordo con lui oppure dissente come farebbe chiunque, ma in realtà vede tutto da altre premesse. (…) si configura un contratto parallelo, e finché non si ha accesso a tale contratto occulto non si potranno mai cogliere i motivi per i quali i fatti si rovesciano.
 Collocando questo fenomeno nella sua griglia, Bion  (1963) afferma che il conflitto non è tra Edipo e Laio, ma tra Edipo e Tiresia, poiché quel che è in discussione è la conoscenza.
 Il paziente è portato ad intellettualizzare. Mentre l’analista tende a far scendere il paziente dalla scala di astrazione. Ne consegue che analista e paziente non potranno intendersi mai.


Tratto da Etchegoyen H. (1986), La tecnica psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 1990.